Quella appena trascorsa è stata una settimana a dir poco drammatica. I nuovi casi accertati di Covid, sia in città che nelle scuole (elementari, medie e superiori), insieme all’ennesimo disastro (annunciato) causato dal nubifragio della notte fra mercoledì e giovedì scorsi hanno generato nella cittadinanza un misto di rabbia ed angoscia. E, purtroppo, se si guarda al futuro non c’è da essere molto ottimisti. I numeri in Italia e in Campania in particolare sono già così alti da costringere il governatore De Luca ad assumere decisioni drastiche, come quella di chiudere le scuole primarie e secondarie fino a fine mese. Tanto per cominciare.
Il coronavirus ha ripreso a circolare vigorosamente e, a poco a poco, stanno arrivando le temute restrizioni, sia statali che regionali, che se da un lato ci aiuteranno a contenere il contagio dall’altro impatteranno negativamente sulla sussistenza di molte famiglie. Davvero difficile immaginare cosa accadrà, né possono confortarci le notizie relative ai riscontri positivi, veri o presunti, sulle sperimentazioni del vaccino perché un altro inverno amaro, a questo punto, non ce lo toglierà nessuno.
Ad Atripalda i casi di Covid accertati sono diventati complessivamente sei, di cui uno ospedalizzato, anche se i bollettini ufficiali dell’Asl ne hanno riportati per diversi giorni solo due, il che farebbe ritenere che non si vogliano o non si possano fornire i dati reali. E non è difficile notare in città sempre più automobili o ambulanze cosiddette Covid, cioè equipaggiate per la raccolta dei tamponi, ferme davanti ai palazzi. In ogni caso, se pensiamo che fino ad agosto i casi accertati ad Atripalda sono stati solo due, ai quali si sono aggiunti due casi di rientro dall’estero, è naturale pensare che i sei casi degli ultimi dieci giorni suonano come un campanello d’allarme che dovrebbe indurre chi ne ha la responsabilità e le competenze ad attivare ogni necessaria contromisura.
Asl da una parte e Amministrazione comunale dall’altra sono chiamate a fare la propria parte evidentemente in maniera più tempestiva ed efficace. L’Asl non si è contraddistinta finora per trasparenza ed efficienza, basti pensare alle discutibili decisioni assunte per contrastare la diffusione del Covid nelle scuole, individuando le classi e quindi gli alunni con criteri incomprensibili e comunque tutt’altro che tempestivamente. Si spera che almeno i risultati vengano forniti nel più breve tempo possibile.
Il sindaco, invece, per non farsi trovare impreparato, farebbe bene a ricordare tutto ciò che non ha funzionato da marzo a giugno scorsi e organizzare per tempo uomini, mezzi e risorse, magari cogliendo l’occasione per rivitalizzare un po’ la sua giunta, da troppo tempo seduta e distratta, con qualche inserimento di qualità, eventualmente anche esterno all’Amministrazione comunale, e per ritirare, quantomeno temporaneamente, alcune deleghe, come quelle agli eventi ed al turismo, ovviamente inutili in questo periodo, e aggiungerne altre più utili, per esempio, quelle alla comunicazione istituzionale e al coordinamento fra le associazioni cittadine, atteso che quella alla Protezione civile è risultata da sola insufficiente a gestire l’emergenza sia sanitaria che socioeconomica.