Il Vangelo della Domenica


Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 41-44)

«In verità questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri».

«In verità questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri».

In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Commento di Concetta Tomasetti

Nel Vangelo, che la Chiesa ci offre oggi, c’è veramente la fotografia della nostra società e, se vogliamo, l’invito ad un esame di coscienza su qual è il nostro personale atteggiamento verso chi ci è vicino e non ha di che vivere. Il Vangelo ci dà una stupenda lezione…” Tutto muove da un atto di osservazione di Gesù, il quale «seduto di fronte al tesoro», alla cassetta cioè che raccoglieva le elemosine fatte al tempio, guarda la folla che vi depone la propria offerta. Chi incappava nella disgrazia di perdere il proprio consorte a causa della morte, non solo doveva portare la lacerazione affettiva che questa situazione comporta ma vedeva precipitare anche la sua condizione economico – sociale, in quanto la vedova non poteva entrare in possesso dell’eredità del marito defunto. Nella società ebraica, insieme agli orfani, le vedove sono tra le categorie più sfortunate, a cui anche la legislazione biblica tenta di porre un argine. Una vedova, evidentemente riconoscibile dall’abito che indossa, getta tra le offerte del tempio una somma insignificante, qualcosa di paragonabile a qualche centesimo di euro; molti ricchi devolvono invece ingenti – e sonore – somme, sempre in monete. Gesù resta scioccato da questa donna, dal suo operato e desidera commentarlo immediatamente, chiamando a raccolta i suoi discepoli. Gesù rincara la dose verso una religiosità da parata, di facciata. Il contrasto è netto: gli scribi amano essere sempre i primi nei banchetti, nelle sinagoghe, nelle piazze: mettono i loro soldoni nelle casse del tempio, ma solo per comprarsi il favore di Dio e la gloria e la fama degli uomini. La vedova invece si mette all’ultimo posto: riconosce che solo al Signore spetta il primato; lei si sente da lui totalmente amata e lo riama totalmente. Delle due monetine avrebbe potuto tenersene una, ma a lei non piace fare a metà con Dio: si priva di tutto, a costo di fare la fame e di non avere neanche il pane per quel giorno. Inoltre quella donna ha fatto la sua offerta in tutta umiltà, senza alcuna ostentazione, senza la più pallida illusione di un impossibile utile personale. Noi spesso diciamo che amare significa donare, ed è giusto, ma di fatto che cosa doniamo? Non è forse vero che quando diamo del denaro, in realtà noi diamo del superfluo? Quando diamo del tempo, è sempre un po’ di quello che ci avanza? E quando diamo qualche nostro talento, è dopo averlo utilizzato per i nostri scopi personali o di famiglia o di gruppo? Chiediamo oggi al Signore di ammetterci alla scuola di questa povera vedova, che egli, prima di andarsene dalla scena di questo mondo, fa salire in cattedra e ci lascia come maestra di vangelo vivo.

MEDITAZIONE

In chi ti rivedi oggi? In una delle due monetine, nel tesoro del tempio, nella folla che ascolta Gesù, negli scribi che ci tengono a ben figurare, nei discepoli che stanno imparando a vivere, nella vedova che ha Dio come unica speranza?

Buona domenica e buona settimana, Amici!



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