I funerali dell’alto prelato si svolgeranno domani mattina alle ore 10:30 nella chiesa di San’Ippolisto dal sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato, mons Giovanni Angelo Becciu. Il ricordo del sindaco Spagnuolo e di Raffaele La Sala
Nel 1944 ad appena 22 anni è stato ordinato il sacerdote più giovane del mondo, ha servito la Chiesa universale, è stato collaboratore e amico di tanti Papi, ma ha portato sempre nel cuore la sua città Natale: l’arcivescovo mons. Luigi Barbarito (don Luigino per gli amici) si è spento sabato scorso all’età di 94 anni (ne avrebbe compiuti 95 il prossimo 19 aprile) e domani, alle ore 10:30, ne saranno celebrate le esequie dall’arcivescovo mons. Giovanni Angelo Becciu (durante le quali è stato proclamato dal sindaco il lutto cittadino) nella Chiesa di Sant’Ippolisto, dove riposerà insieme ai martiri del Cristianesimo.
«Apprendo con profondo dolore la triste notizia della scomparsa di Mons. Luigi Barbarito – ha fatto sapere il sindaco Paolo Spagnuolo –, uno dei figli più illustri della nostra Atripalda. Non spetta certamente a me ripercorrere la sua intensa e lunga attività a servizio della Chiesa, che lo ha visto lontano dalla nostra terra, rappresentare la Santa Sede in diverse nazioni del mondo. E’ una perdita grave per l’intera comunità atripaldese, “Don Luigino”, come lo chiamavano affettuosamente le persone più anziane della città era voluto bene da tutti, è un pezzo di storia che purtroppo ci lascia, un uomo di grande cultura, che si è impegnato nell’approfondire la storia e le tradizioni per una migliore conoscenza del nostro patrimonio culturale e religioso. Di Mons. Barbarito conservo gelosamente il ricordo del nostro primo incontro avvenuto nei giorni successivi alla mia elezione a Sindaco, in occasione di una celebrazione “ ‘ngoppa a preta ‘ra Maronna”. In quella circostanza alla presenza di tanti fedeli mi disse che l’onestà doveva essere alla base del mio mandato, e che non mi sarei dovuto spaventare rispetto a reazioni negative derivanti da mie decisioni. Ogni sera avrei dovuto guardarmi allo specchio: se mi fossi guardato sempre con fierezza, potevo ritenere giuste le mie scelte. Giovedì scorso mi ha fatto recapitare tramite un comune amico, un suo libro con tanto di affettuosa dedica, come se per un presentimento, avesse voluto omaggiare Atripalda della sua ultima testimonianza. Il suo sorriso e la sua generosità resteranno sempre vivi nel ricordo di tutti gli atripaldesi. Ho già dato disposizioni che durante lo svolgimento delle esequie, in segno di rispetto e gratitudine, verrà proclamato il lutto cittadino. Che il Signore lo abbia in gloria!».
«Mons. Luigi Barbarito, arcivescovo emerito e già Nunzio Apostolico, ci lascia alle soglie dei 95 anni (73 di sacerdozio e 48 di consacrazione episcopale) – ha scritto Raffaele La Sala su Facebook –. Mons. Barbarito è stato uno dei figli più insigni della nostra città, della quale è cittadino onorario, e un vero e proprio ambasciatore di Atripalda nel mondo, attraverso i prestigiosi incarichi diplomatici che, in oltre un cinquantennio, lo hanno portato in tutti i continenti (da Haiti in Australia), fino alla prestigiosa nunziatura a Londra. Eppure per noi, mons. Barbarito, il colto e fine diplomatico, l’arcivescovo, il postulatore delle cause dei Santi… è sempre don Luigino, il bambino che mio nonno Sabino accompagnò in treno al seminario di Benevento; il seminarista che si alimentava alla fonte del Martirio di Ippolisto e compagni, o si educava alla libertà nel Convento di San Pasquale nella dotta conversazione con P. Beniamino Aversano. Oppure il giovanissimo prete, consacrato da Monsignor Guido Luigi Bentivoglio, vescovo di Avellino grazie ad una deroga concessa da Papa Pio XII, nei mesi ancora bui del 1944. In una città ed una provincia martoriata dalla guerra e dai bombardamenti Mons Barbarito realizzava la sua vocazione, avendo come compagno di viaggio don Raffaele Aquino. Fu attivamente impegnato nell’Azione Cattolica e nelle Acli, nel giornalismo e nella politica, fu amico fraterno di Vittorio de Caprariis e di Fiorentino Sullo, sempre presente, ovunque ci fossero da alimentare fermenti, idee, passioni…, o sostenere, con discreto e generoso mecenatismo, iniziative culturali ed opere di carità. Nel 2009 volle presentare a Palazzo Civico il mio volume fotografico “Atripalda. Storie e Immagini dal ‘900” (per il quale mi era stato prodigo di ricordi e di consigli), e scrisse poi una bella prefazione al mio saggio sul culto della Madonna del Carmine ad Atripalda. Lo scorso anno, dava alle stampe un nuovo volume, che si aggiunge agli altri di esegesi e testimonianza, sulla santità in Irpinia tra ‘800 e ‘900. Un giorno, che mi auguro non lontano, sarà anche possibile ricostruire le vicende della sua missione diplomatica che lo portarono assai vicino alla nomina cardinalizia. Domani i funerali nella Chiesa collegiata di S. Ippolisto che egli voleva Basilica Minore. In memoria».