Nel 2020 ad Atripalda un quinto di decessi in più


L’Istat ha studiato l’impatto del Covid sulla mortalità generale: lo scorso anno si sono spenti 131 concittadini, 24 in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 107. Fortemente negativo il saldo demografico

Il 5 marzo l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha pubblicato il quinto rapporto denominato “Impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità 2020” realizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (Iss). La pubblicazione presenta un’analisi della mortalità dell’anno 2020 per il complesso dei decessi e per il sottoinsieme dei soggetti positivi al Covid-19 deceduti; fa, inoltre, il punto sulle principali caratteristiche dell’epidemia e i loro effetti sulla mortalità 

totale, distinguendo tra la prima (febbraio-maggio 2020) e la seconda (ottobre-gennaio 2021) ondata epidemica. Contestualmente vengono diffusi dall’Istat i dati sui decessi giornalieri per tutti i comuni aggiornati fino al mese di dicembre 2020. 

In Italia sono morte lo scorso anno 746.146 persone – il numero più alto di decessi dal dopoguerra – ben 100.526 in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti (2015-2019). L’aumento complessivo è stato del 15,6%: una percentuale che, va detto, varia molto a seconda del periodo analizzato e delle singole regioni o province. Nello specifico, il sistema di sorveglianza nazionale Covid-19, ha registrato 75.891 decessi causati dalla pandemia tra febbraio e dicembre, un numero ovviamente più contenuto rispetto all’eccesso totale della media 2015/2019: questa differenza si spiega con i decessi sfuggiti al sistema di tracciamento dei contagi, specie nei primi mesi dell’epidemia.

Partendo da questo dato generale, si può già notare come Atripalda superi la media nazionale: nella città del Sabato in tutto il 2020 sono morte 131 persone. Negli ultimi cinque anni ne erano morte in media 107,6 all’anno. La variazione percentuale, dunque, è di +21,7%. Se guardiamo ai decessi per Covid-19, la nostra città ha contato finora 7 vittime, 2 nel 2020 (l’1,5% del totale), e 5 nel 2021. Un aumento dunque tendenzialmente alto ma dettato principalmente da altre cause e non dal Covid.

Passando in rassegna i singoli anni, nel 2015 si sono registrati 104 decessi, 108 nel 2016, 97 nel 2017, 105 nel 2018, 113 nel 2019 e, come detto, 131 nel 2020 (tot. 658).

Per quanto riguarda le buone nuove invece, i nati complessivi sono stati, a partire dal 2015 al 2019, 368 (83, 66, 71, 73, 75) con un saldo negativo dunque di -159 relativo al quinquennio ’15-’19. Nel 2020 i nastri dei neonati sono stati 79.



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