I casi legati alla scuola fanno scattare “l’alert” della Regione: intanto arriva la chiusura anche per il liceo scientifico
L’Unità di Crisi della Regione Campania, nella mattinata di giovedì 11, ha inoltrato ai sindaci ed ai prefetti una relazione dettagliata sull’andamento epidemiologico nelle ultime settimane, soprattutto alla luce della riaperture delle scuole e dell’aumento della mobilità.
Nel corpo del documento si è rimarcata la necessità di “provvedimenti fondati su dati attuali, pertinenti e rilevanti e su motivate ed ineludibili evidenze scientifiche”, e alla luce di queste considerazioni è stato elaborato un sistema previsionale di “alert” per individuare quei comuni, province o macro-aree soggette ad un incremento dei contagi che impatta in maniera significativa sulla diffusione del virus a livello regionale.
Come vanno intesi questi campanelli d’allarme? “Dovranno orientare – precisa l’Unità di crisi – le decisioni a livello locale, sulla base di dati epidemiologici aggiornati e contestualizzati, con relativi provvedimenti per fascia di età”. In questo senso, tra gli allegati, vi è una tabella che include i 145 comuni campani che ad oggi sono considerati “critici” a causa di dati epidemiologici più alti rispetto alla media regionale.
Il Comune di Atripalda, invece, risulta tra i 30 comuni che, nella settimana dal 26 gennaio all’8 febbraio, ha registrato un’incidenza più alta dei casi riconducibili alla scuola sul totale dei positivi sul territorio (per la precisione l’11° comune con l’incidenza più alta). Una delle tabelle allegate, la ‘c’, individua infatti per Atripalda una percentuale compresa tra il 24 e il 28% di incidenza di questi casi: cifra confermata se si considera che nel suddetto periodo la città del Sabato ha registrato complessivamente 24 casi di positività. Di questi, almeno 6-7 sarebbero riconducibili al mondo della scuola.
Un dato che, negli istanti subito successivi alla diffusione del report, aveva spinto diverse testate giornalistiche ad includere Atripalda tra i comuni a rischio “zona rossa”. A chiarire la vicenda, quindi, direttamente il sindaco Giuseppe Spagnuolo: «Atripalda non rischia affatto di diventare “zona rossa” – ha provato a rasserenare i cittadini il sindaco Spagnuolo-. Il nostro comune non è inserito nell’elenco regionale dei 145 comuni che superano certi valori e, dunque, al momento non vi è ragione di adottare misure individuali di contenimento del contagio. Nel report regionale Atripalda è presente esclusivamente in una tabella dove, presumibilmente, si fa riferimento all’incidenza della positività riscontrata nelle scuole rispetto al totale, in un determinato periodo di tempo. Si tratta di un dato parziale e circoscritto che non aggiunge nulla a ciò che già sapevamo. Dal punto di vista complessivo ritengo, invece, che il report sia un utile strumento di orientamento rispetto ai provvedimenti da assumere. Sulle scuole, infine, confermo che stiamo valutando scrupolosamente le disposizioni che adotteremo, ma in linea di massima posso anticipare che, se non ci saranno nuovi casi, siamo orientati a confermare l’ordinanza attualmente in vigore, cioè didattica a distanza sia alla primaria che alla media e in presenza all’infanzia.»
E difatti, nella giornata di oggi, dopo aver ricevuto la comunicazione di due studenti positivi nel liceo scientifico “V. De Caprariis”, il primo cittadino ha firmato l’ordinanza con cui ha disposto la sospensione della didattica in presenza nell’istituto fino a sabato 20 febbraio, in modo tale da permettere all’Asl di realizzare il tracciamento dei contatti.