Il tiratore atripaldese fa parte della squadra italiana che si è aggiudicata il campionato continentale di “field target”
Nella tarda serata del 19 luglio, con una semplice e calorosa cerimonia inaugurale presso il Centro Federale di Torre Baccelli, ha preso ufficialmente il via la 5^ edizione del Campionato Europeo di Field Target, la specialità di tiro che da qualche anno è entrata a far parte della Fidasc.
Alla competizione partecipano i più forti tiratori europei e nello scenario, già giudicato di grande suggestione paesaggistica, si è consumata una sfida sul filo di lana. Al termine delle batterie sul gradino più alto del podio con 518 bersagli complessivi, è salita la squadra italiana composta da Gianni Fabianelli 129 punti, Mario Sacco 126 punti, Marco Ferretti 131 punti, Simone Antonelli 121 punti, Vincenzo Maccarone 118 punti, Angelo Ribelli 125 punti, Vincenzo Spagnuolo 110 punti e Daniele Sturni 94 punti.
Grande soddisfazione per FIDASC grazie al suo atleta avellinese Vincenzo Spagnuolo che porta alto lo stendardo della delegazione campana.
La squadra dedica la vittoria all’atleta Giorgio Cechet, detto “GIOIO”, recentemente scomparso; Giorgio avrebbe dovuto partecipare anche lui a questo Europeo nella categoria “veterani”.
La FIDASC Campania, attraverso il suo presidente Massimo D’Ambrosio, elogia il suo atleta e conferma la validità e la professionalità delle scuole e centri federali regionali dai quali questi atleti provengono.
Un ottimo incentivo per continuare il cammino di crescita intrapreso dal nuovo consiglio federale regionale.
Il Field Target, traducibile con “bersaglio sul campo” è una simulazione di caccia con armi ad aria compressa nata nel Regno Unito nei primi anni ottanta e che ora sta vivendo, anche in Italia, una crescita esponenziale davvero entusiasmante. Viene praticata con l’uso di armi ad aria compressa che possono essere depotenziate (fino ad un massimo di 7,5 Joule) oppure con una potenza massima di 16 Joule. Si tratta, in ogni caso, di armi con un bassissimo potere offensivo e con un impatto ambientale e acustico pressoché insignificante. Lo scenario è quello naturale nel quale non vengono effettuati interventi di alcun genere se non una adeguata pulizia del sottobosco e dei sentieri eventualmente preesistenti. I bersagli sono rappresentati da piccole sagome metalliche, riproducenti animali cacciabili nella stragrande maggioranza del mondo, al centro delle quali è posto un dischetto dal diametro variabile (1,5 – 2,5 e 4 cm) a seconda della distanza alla quale viene effettuato il tiro. Tale distanza, e questo rappresenta una delle caratteristiche più singolari della specialità, non è mai fissa e nota ai tiratori che devono quindi fare delle rapide valutazioni personali e adeguare il proprio tiro non solo ai metri ai quali è disposto il bersaglio ma anche alle condizioni climatiche, specialmente alla forza e alla direzione del vento.